Io nel guscio della cozza non resterò
A spazzarmi via il soffio della Storia
Nemmeno il guscio dell’amata
Tratterrebbe ormai versi alla diossina
Ma, caro Carrieri, il poeta nel ‘900, un’altra cosa
offriva il suo collo ai pali del telegrafo
Il suo petto a un qualche coro di fucili
come Lorca, come Lorca. Oggi?
Il guscio dell’amata, poeta dimenticato
in fondo è tenera, misera liturgia borghese
come la crema nelle paste
fuori chiese d’usignoli la Domenica in Albis